Food and Italianness

03 Nov 2015, by cp14603 in Home

The English definition of ‘authentic’ relies on Italian food as an example:

Oxford English Dictionary | AUTHENTIC (adj)

‘of undisputed origin and not a copy; genuine: “the letter is now accepted as an authentic document”; made or done in the traditional or original way, or in a way that faithfully resembles an original: “the restaurant serves authentic Italian meals”’

The connection between food and ‘il bel paese’ is propagated by both Italians and non-natives alike. ‘For Italians, the most important thing in life is food’, celebrity chef and ‘walking compendium of all things Italian’, Gino D’Acampo instructs viewers in ‘Gino’s Italian Escape: A Taste of the Sun’. Elizabeth Gilbert’s best-selling popular novel ‘Eat, Pray, Love’(London: Penguin, 2006) and subsequent film version perpetuate readings of Italy as gastronomic catharsis; and of course, there is Sophia Loren’s much-celebrated pronunciation, arriving in Los Angeles, that ‘everything you see, boys, is down to Italian pasta’ (‘tutto quello che vedete, boys, lo devo alla pasta italiana’). It seems interesting to trace ‘Italianità’ (Italian-ness, or ‘being Italian’) through eating not (only) because of the widespread popular association of Italy with food, but because of the particular emotive and mnemonic value attributed to food, especially when far from home. As Deborah Lupton puts it:

‘Food and eating are central to our subjectivity, or sense of self, and our experience of embodiment, or the ways that we live in and through our bodies, which itself is inextricably linked with subjectivity. As such, the meanings, discourses and practices around food and eating are worthy of detailed cultural analysis and interpretation.’ (Lupton 1996: 14)

Historian Terri Colpi’s study of Italian migration to Britain opens with the question of the importance of food in patterns of Italian migration, and though she speculates that the catering association might be exaggerated, she nevertheless describes how the economic structures of Italian migration are historically underpinned by food, particularly in Scotland: initially with ice-cream carts, fish and chip shops and cafés, and, after World War II, with the introduction of the pizzeria, trattoria and coffee bar. These images can be seen as highlighting some of the themes related to the production, consumption and distribution of food in migration and/or translation: authenticity, nostalgia, sociality, ‘home’.

 

 

 

 

 

 

15 COMMENTS
  • Georgia

    E la domanda da centomila dollari: che cibo ti manca di piu’?

    • Chiara Giuliani

      Anche a me l’olio e i pomodori di casa! Ma anche tutte le verdure di stagione!
      Ma in fondo come dice Jacopo forse tutti i piatti cucinati in famiglia e l’atmosfera di mangiare tutti insieme!

    • Sara

      Latticini (scamorza, burrata, ricotta fresca) e verdure di stagione (cicorie, scarole).

  • Jacopo

    Cosa mi manca?
    Mi manca l’olio d’oliva…”l’olio bono”, quello nostro! fatto con le olive colte dal mi’ nonno e dal mi’ babbo!
    Mi manca mangiare il pane col pomodoro fresco del nostro orto, i fichi, le “sarace” e le “bacoche”..
    Mi manca schiacciare le “lappe”, cogliere le castagne insieme a mia nonna e sentire le sue storie…Mi manca cercare i funghi porcini e farci un bel risotto con riso “carnaroli”. Sono stufo di farlo solo con l’arborio e quattro “fungacci prataioli”!
    Si, nella valigia mi potrei portare l’olio, il riso etc. ma quello che mi manca di più sono le persone.

  • Pasta fatta in casa, sughi, arrosti, fritti misti e chi più ne ha più ne metta. I piatti semplici e “ruspanti” che servono nelle trattorie da due soldi, dove si sta in compagnia e ci si scalda con un bicchiere (ma anche due) di buon vino. Che poi, in realtà, ne esistono ancora di posti così?!

  • Andrea

    Come già detto da Jacopo: l’olio “quello bono”, che è anche l’unica cosa che mi porto regolarmente dall’Italia. Sarà che sono umbro, o che la mia famiglia ha sempre fatto l’olio, ma per l’olio d’oliva ho una certa fissazione, e preferisco cucinare con il “nostro.”

    Che poi, se vogliamo allargare il discorso, quello che mi manca del cibo italiano è proprio questo, le materie prime che sono buonissime proprio perchè semplici. Il fatto che basta poco per fare qualcosa di buono, basta che gli ingredienti siano “quelli buoni.”

    (e comunque forse sono un italiano atipico, perchè quando sono fuori dall’Italia la prendo come un’occasione per assaggiare le cucine del mondo, e mangio molto poco cibo italiano quando sono fuori dall’Italia. Poi quando torno non vedo l’ora di mangiare una pizza fatta come si deve, ma finchè sto fuori cerco di non farmi prendere troppo dalla nostalgia)

  • Martina

    Mi manca l’olio d’oliva, il caffè, il pomodoro fresco.

  • Georgia Wall

    Il pomodoro fresco! Per me…anche quello secco – I just came back with 2kg of sundried tomatoes!
    I forgot to say, please feel free to comment in English (or any other language) too.
    Grazie mille / thanks heaps for your responses so far, they are really helpful!

  • Anna Pegoretti

    Olio d’oliva, speck, pecorino.

  • Elio

    Parmigiano, mozzarella, carne a fettine sottili, caffe!

  • Valentina

    Salumi in generale (prosciutto crudo e cotto, mortadella ecc.), broccoli siciliani, cicoria, arancini/supplì.

  • alessandra

    lievito (no farina self-rising!) per fare eventualmente io la pizza o dolci che non siano zuccherati fino al disgusto

  • Onestamente niente. Adoro la cucina inglese, per non parlare di quella cinese o indiana: da quest’ultimo punto di vista, sono fortunato a lavorare fra Coventry e Birmingham – oggettivamente, rispetto ai ristoranti indiani di Londra, non c’è paragone. Fino a qualche tempo fa potevo fare un’eccezione per il caffè, ma poi ho scoperto Nespresso: il miglior caffè che abbia mai bevuto, Italia compresa, e credo non ci sia niente di più globalizzato… Quindi mi spiace, nulla di particolare (mi mancano i croissant parigini, però). Credo comunque che la relazione fra cibo e nostalgia, all’interno del discorso identitario italiano, si sia intensificata nell’ultimo decennio, fino a diventare quasi un genere retorico: forse ha contribuito Eataly, forse i programmi di cucina, non saprei.

  • Dall’italia mi mancano: caffè, pomodori (e verdure e frutta in generale), parmigiano e peccorino, pesce fresco e variegato, mandorle sicilliane
    Dall’olanda: speculaas (biscotti olandesi)

    • Loredana

      Non mi manca un cibo specifico. Mi manca il mercato, quando ci vai la mattina e giri per bancarelle, scegli i pomodori, il pesce, i limoni — e carciofi e fiori di zucca, che a essere sincera quelli mi mancano davvero, almeno quando non me li coltivo in un molto britannico giardino. Ma soprattutto il mercato: ci andavo con il carrello di mia zia, fin da bambina, e poi me lo sono fatto lasciare in eredita’. Quindi mi manca anche quello.